Quello che si chiedono oggi molte persone è: “ma un robot aspirapolvere, può realmente sostituire un aspirapolvere tradizionale?”. Per scoprirlo bisogna testare le loro capacità di pulizia, su qualsiasi superficie, che comprendono: parquet, pavimenti duri, tappeti ecc. Inoltre devono essere in grado non solo di rimuovere le briciole, ma anche i peli di animali (per gli amici dei quattro zampe), polvere (anche quella più sottile) e molto altro ancora. Bisogna poi considerare la loro capacità di muoversi dentro casa, l’autonomia e quanto siano in grado di evitare gli ostacoli. Ma non perdiamoci in ulteriori chiacchiere e partiamo con i punti più importanti.
- Capacità di evitare gli ostacoli. I robot aspirapolvere più moderni, per evitare di sbattere contro qualsiasi muro o mobile che gli si para davanti, sono dotati di sensori a ultrasuoni oppure ottici. Questi consentono al robot di evitare l’ostacolo prima di sbatterci contro. Per verificare l’efficacia di questi sensori, bisogna porre i robot di fronte a diversi tipi di ostacoli, che sono gli stessi che si potrebbero incontrare in qualsiasi casa. Gli ostacoli più duri da superare sono in genere rappresentati dagli scalini (che purtroppo nessun robot ad oggi è ancora in grado di salire o scendere), i cavi di alimentazione o addirittura un bicchiere. I modelli più efficienti sono chiaramente quelli che aggirano l’ostacolo prima di andarci a sbattere contro, ma ci sono anche modelli più economici che solo dopo averci sbattuto la testa dentro, cambiano direzione.
- Il tempo di ricarica. Può sembrare un aspetto secondario, ma non lo è affatto, anche perché la maggior parte dei robot aspirapolvere, non hanno un autonomia sconsiderata, anzi i modelli più economici hanno batteria davvero limitate (ma di questo ne parleremo tra un po’), per cui risulta molto importante avere tempi di ricarica brevi. I migliori si ricaricano nel giro di un’ora, mentre quelli con le batterie peggiori possono impiegare fino a 5 ore!
- Barriere virtuali. Sono bande magnetiche o dispositivi ottici che vanno posizionate nella stessa stanza dove è in azione il robot aspirapolvere e che ne delimitano lo spazio di movimento. Ad esempio, se posizionati nei pressi di una porta aperta, impediranno al robot di uscire dalla stanza.
- Spazzole laterali. Queste importantissimi “prolunghe” servono a raccogliere la polvere soprattutto dagli angoli e dal perimetro della stanza. Operazione che riesce certamente meglio ai robot dalla forma quadrata, che a quelli di forma tonda.
- Autonomia. Qui si tocca un tasto spesso dolente. L’autonomia spesso varia in base alla modalità selezionata. Ad esempio può variare in base al fatto che si sta pulendo un normale pavimento oppure un tappeto. L’autonomia varia anche in base alla velocità selezionata. I modelli migliori possono arrivare anche a pulire una casa intera di medie dimensioni, ma dimenticate di pulire una casa molto grande in un solo ciclo di batteria.
- Facilità d’uso. Abbiamo lasciato per ultimo probabilmente uno dei punti più importanti. Gli ultimi ritrovati sono dei veri e piccoli gioielli di tecnologia, ma è importante che poi la casalinga di turno lo sappia anche utilizzare. Alcuni si avviano premendo un tasto, poi fanno tutto in automatico, mentre altri sono programmabili, utili per programmare le pulizie per tutta la settimana!